Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge nasce dall'esigenza di fornire una risposta al problema della mancanza di un quadro normativo nazionale di riferimento per le politiche giovanili nel nostro Paese.
      Tale situazione se, da un lato, ha dato spazio allo sviluppo di esperienze molteplici da parte degli enti locali, dall'altro, però, ha anche prodotto una crescita casuale e disarmonica dei numerosi esperimenti locali, spesso in assoluta mancanza di raccordo reciproco, anche in ambiti locali contigui.
      Questa situazione particolare ha prodotto numerose conseguenze, alcune positive, alcune negative. Tra le conseguenze positive si può annoverare l'originalità di talune esperienze e il ricco patrimonio di attività realizzate dalle singole realtà istituzionali, oltre che dal mondo dell'associazionismo.

 

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      Questa ricchezza non va certamente messa da parte ma, al contrario, diventa la solida base sulla quale costruire la legge quadro.
      Tra le conseguenze negative si può focalizzare l'attenzione sulla disomogeneità territoriale che si rileva in questo ambito, dove coesistono realtà che offrono tanto ai giovani e altre che quasi li ignorano.
      Da ciò consegue spesso anche una difficoltà delle istituzioni a rapportarsi fra loro, a collaborare sui progetti, a fare sistema su una visione condivisa, sul cosa fare per i giovani, sul come farlo, con una perdita di efficacia delle singole e lodevoli iniziative.
      Nell'attuale legislatura il Presidente del Consiglio dei ministri ha delegato alle politiche giovanili e alle attività sportive un Ministro. In passato, nel nostro Paese, le competenze in materia di politiche giovanili erano state distribuite tra i diversi Ministri (del lavoro e della previdenza sociale, della pubblica istruzione, dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, per gli affari sociali).
      La presente iniziativa legislativa prevede l'istituzione di un apposito Ministero denominato «Ministero delle politiche per i giovani» che ha, tra gli altri, il compito di redigere il Piano triennale nazionale delle politiche per i giovani, che rappresenta lo strumento per orientare gli interventi da realizzare, in maniera coordinata, su tutto il territorio nazionale.
      La proposta di legge tende a sviluppare sinergie e livelli di cooperazione tra i vari organi dello Stato nella realizzazione di interventi a favore delle nuove generazioni, integrando responsabilità di indirizzo (a livello statale), responsabilità di programmazione (a livello regionale) e funzioni di gestione (a livello locale). Inoltre, per dare risposta a tutte queste istanze la proposta di legge, riportandole ad una visione unitaria, si fonda su alcuni chiari obiettivi e princìpi: vuole ricondurre le politiche giovanili italiane a una più forte sintonia con l'Unione europea; vuole riconfermare per il nostro Paese un ruolo attivo in Europa all'interno dei processi decisionali sulle politiche per i giovani, in conformità al principio della trasversalità dell'azione rivolta ai giovani, che non si può esaurire nell'attività di un unico Ministero, vuole garantire la sussidiarietà dei diversi livelli istituzionali che intervengono a favore dei giovani.
      La struttura della proposta di legge è «a maglie larghe» in quanto ha lo scopo di non irrigidire l'efficacia dell'azione in un settore in continua e veloce evoluzione bensì, con una lettura costante della realtà giovanile che consenta di coglierne le trasformazioni e attraverso l'elaborazione di Piani triennali nazionali, di consentire di orientare opportunatamente le priorità a livello nazionale.
      La proposta di legge non insiste in maniera particolare su una consultazione «organizzata» dei giovani, perché i molteplici tentativi effettuati in questa direzione ci dimostrano che i giovani difficilmente si riconoscono in «rappresentanze» ufficiali (consulte, forum, consigli comunali o provinciali, o altre forme), e che la loro relazione con le istituzioni passa molto più attraverso canali informali, quali ad esempio il contatto diretto e quotidiano con le istituzioni più vicine ai cittadini, cioè i comuni e le province. In realtà, uno degli obiettivi che ci si pone con la proposta di legge stessa è l'educazione dei giovani alla cittadinanza attiva e alla partecipazione, ma questo può essere un punto di arrivo, e non un presupposto fittizio sul quale costruire l'intero impianto legislativo.
      La proposta di legge individua gli ambiti di azione sui quali si fondano la normativa europea, le leggi regionali dedicate ai giovani, le leggi dello Stato per specifici settori - ambiente, cultura, lavoro, istruzione, formazione - che contengono alcune azioni dedicate in particolare ai giovani, e introduce settori in cui attualmente non vi è alcuna disciplina normativa. Il fine primario, quindi, della presente proposta di legge è quello di razionalizzare la frammentarietà degli interventi riconducendoli a obiettivi unitari.
 

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